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CRONACA DI UNA VISITA DIDATTICA A VILLA PICCOLO

Foto di Anita Barbera, Barbara Danisi, Simone Gridà e P. F. Spaticchia

Visita didattica nel contesto dei moduli formativi: “Elementi di storia, arte, geografia e cultura del territorio” tenuto dal prof. Piero Franco Spaticchia e “Pianificazione operativa di eventi” tenuto dalla prof.ssa Tiziana Bonina, di cui all’Avviso 8/2016 del Dipartimento Regionale della Formazione Professionale - ID 747 Progetto TITOLO HOSPITALITY CS 1124 – ED 3365 - Cerf Sede CAPO D’ORLANDO.

LA NOSTRA GUIDA A VILLA PICCOLO

Dott.ssa Francesca Gugliotta – Segreteria Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, Ente Morale D.P.R. n.201 del 27/03/1972. Presidente, l'Avv. Andrea Pruiti Ciarello.

Parco Museo di Villa Piccolo S.S. 113 Km 109 - 98071 Capo d'Orlando (ME)


Villa Piccolo, nata quale residenza estiva della Famiglia dei Baroni Piccolo di Calanovella, diventa dimora definitiva nel 1932, quando la Baronessa Teresa Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò decide di trasferirvisi con i suoi tre figli: Agata Giovanna, botanica; Casimiro, fotografo e pittore; Lucio, poeta.

Francesca Gugliotta, accoglie i corsisti Simone Gridà, Anita Barbera, Giorgia Insana, Francesco Caliò, Fabiana Foti, Barbara Danisi, Maria Grazia Favazzi Mollica, Jesus Romulo Capolingua, Maria Gabriella Ribaudo, Melisa Messina.

La visita alla Casa Museo di Villa Piccolo inizia dal vasto ingresso della casa.

Qui si nota subito la numerosa e preziosa collezione di ceramiche posseduta dalla famiglia Piccolo, di cui fanno parte due anfore moresche del VII secolo d.C.


Tra i ritratti di famiglia, spiccano il bisnonno materno dei Piccolo, il Principe Alessandro IV Filangeri, luogotenente del Regno delle Due Sicilie, e il mezzobusto raffigurante la Principessa Giovannina Filangeri di Cutò, nonna materna dei Piccolo e di Tomasi di Lampedusa.

Dall'ingresso, si passa poi al salotto, avvolto dalla penombra, in cui modernità e antichità si fondono. Infatti, al televisore Grundig del 1954, vi si trova affiancato un fortepiano palermitano del 1844, realizzato dalla ditta Francesco Paolo Stancampiano.

     

La prossima stanza è la sala da pranzo. Anch’essa nella penombra, custodisce una tradizione della famiglia Piccolo: a tavola il posto apparecchiato per la madre, Baronessa Teresa, anche dopo la sua morte.
In questa stanza sono esposte ceramiche, vetri, argenti, una collezione vasta e varia. Cina, Boemia, Giappone, ma anche la Sicilia, con le borracce di Caltagirone e Collesano.

Nella Villa vi è una statuetta di Maria SS. di Capo d'Orlando realizzata in lacca siciliana, di presumibile forgia del XVII, probabilmente coeva all'originale simulacro venerato nel Santuario al Colle prima del furto sacrilego del 1925.

Conclusa la zona giorno, si passa alla zona notte.
La prima delle stanze da letto è quella della Baronessa Teresa. Spiccano due suoi ritratti, il più importante sicuramente quello realizzato da Ettore Ximenes nel 1885. Poi, il monetario in ebano e avorio, con cammei in madreperla e corallo trapanese.

Un piccolo disimpegno divide questa stanza da quella di Casimiro. Secondogenito della famiglia, ma primo maschio, ereditò lui il titolo di Barone. Elegantissimo, viveva di notte. Le fotografie, i gli acquerelli, la ricerca esoterica. Tutto questo è notturno. Gli esperimenti fotografici, qui in esposizione, mostrano delle bellissime foto al televisore in funzione, a cavallo tra anni ’50 e ’60 del Novecento, anticipando Mario Schifano che nella pop art degli anni ’70 dedica le sue opere alla Tv.

   

Segue la stanza di Agata Giovanna. Botanica esperta, introdusse in Europa la Puja Berteroniana Mez, pianta della famiglia delle Bromeliacee proveniente dalle Ande cilene.

E' stata lei a creare tutto il parco della Villa: lato monte il giardino esoterico, al cui interno ci è il cimitero dei cani della famiglia. Trentadue cani e tre gatti che i Piccolo hanno avuto nei 40 anni in cui vissero a Capo d’Orlando. Lato mare, invece, il giardino esotico, con piante sudamericane: nolina recurvata, agave attenuata, agave blu, agapanthus e la rara Puja Berteroniana mez.

La stanza di Lucio, attigua a quella della sorella, contiene una serie di foto scattate al poeta da Melo Minnella e Tano Cuva. Poeta scoperto nel 1954 da Montale, uomo di immensa cultura, conosceva sette lingue e suonava tre strumenti.

Per ultima, la stanza riservata al cugino Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Arredò lui stesso la stanza, impreziosendola con oggetti che portò dal suo palazzo: un dipinto in succo d’erbe raffigurante una scena della Gerusalemme Liberata e un capezzale in avorio e madreperla.Su uno scrittoio, l’ultima lettera autografa che l’Autore del Gattopardo inviò a Villa Piccolo, appena un mese prima di morire.

La prima parte della visita guidata si conclude con uno sguardo alle Isole Eolie dal giardino lato mare, per avviarci nella più moderna Casimiroteca.

La Casimiroteca

La Casimiroteca di Villa Piccolo è uno spazio al piano terra della Casa Museo inaugurato nel 2014 ed interamente dedicato all’arte di Casimiro Piccolo, ai suoi acquerelli e alle sue fotografie. Casimiro è stato colui che nel 1970 ha dato vita alla Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella e questo nuovo ambiente è destinato non soltanto alla sua memoria, ma a valorizzare il contributo dato da questo artista alla cultura contemporanea.

Sono tre le sale espositive della Casimiroteca: l’ingresso apre su una saletta in cui è raccolta una selezione di opere giovanili che rendono l’idea della sua formazione. Acquerelli e ritratti sono, infatti, i soggetti preferiti da questo artista, fin dagli inizi della sua avventura nel mondo dell’arte. Qui, i visitatori cominciano ad entrare in confidenza con il mondo di Casimiro e con la Sicilia del tempo, contrassegnata da paesaggi novecenteschi ormai perduti, ma immortalati grazie al pennello e allo sguardo del pittore.

Oltrepassando una tenda, si entra nell’universo esoterico del barone di Calanovella: i trentacinque “acquerelli magici” spiccano nei loro colori e nella testimonianza di un “mondo parallelo” raccontato attraverso di essi, fatto di elfi, fate, gnomi, folletti, silfi e di tutti gli abitanti del bosco di Villa Piccolo. Le pareti verdi di questa sala consentono un gioco di penombre, grazie al quale il possibile diventa reale. Il visitatore, in tal modo, non è più un estraneo, ma diviene compartecipe di un percorso che lo porta ad uno sguardo altro sul mondo e sulla realtà.

 

 

Girando attorno alle teche nelle quali sono disposti gli acquerelli magici, si passa infine attraverso un’ultima porta che conduce in un ambiente raccolto: qui, una selezione di fotografie di Casimiro proiettate con soluzioni tecnologiche rendono l’idea del suo genio artistico. Sguardi, volti, piante, ambienti, frammenti di vita sono raccontati attraverso le immagini del fotografo, al quale, pur guardando ad una realtà universale, cosmica, non sfugge il particolare e il tesoro che esso disvela.

 

GRAZIE E ARRIVEDERCI
   
 
I COMMENTI...

Immergersi tra i sentieri per perdersi e infine ritrovarsi...
Anita Barbera

Il luogo ideale dove esprimere le proprie emozioni.

Maria Gabriella Ribaudo

Il profumo della primavera, una magia coinvolgente.

Melisa Messina

Immersa nel silenzio, si respira una atmosfera di pace e tranquillità...

Giorgia Insana

La natura è  il Paradiso in terra dove si vive pienamente in armonia.

Francesco Caliò

Agata, Casimiro, Lucio e Tomasi: una presenza viva che si fa storia, arte e cultura.

Tiziana Rita Bonina

Definisco Villa Piccolo come un luogo dove si respira un’area incantata di altri tempi che non passano di moda.

Maria Nasisi

Come luce in un bianco e nero...

Barbara Danisi

La magia sta nel saper guardare e ti fa emozionare.

Maria Grazia Favazzi Mollica

Tutto sta in un unico momento...

Fabiana Foti

La natura, un libro aperto dove scrivere righe che rendono la vita più bella.

Romulo Capolingua

Una fonte di ispirazione per le nuove generazioni.

Simone Gridà

Natura e cultura, luci e colori, arte e paesaggio. Una esperienza necessaria fra orlandinità, sicilianità e universalità.
Piero Franco Spaticchia

 

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