 Due anni per completare la rivoluzione di sistema
iniziata nel lontano 1994. Allora, Enzo Sindoni, giovanissimo e
senza capelli bianchi, aveva lanciato una sfida al vecchio
apparato politico-clientelare per proporre agli orlandini un
sogno che, nei fatti, è stato condiviso da migliaia di persone,
non solo con il consenso elettorale ma anche attraverso la
convinzione che nutrire la speranza in un cambiamento radicale
del modo di concepire, fare e promuovere la politica e quindi il
governo delle cose di tutti, fosse cosa possibile. Nel tempo, si
sono registrati successi e sconfitte, ma mai abbiamo visto
indietreggiare il nostro primo cittadino sull’onda dello
scoraggiamento, dell’isolamento e della rinuncia a combattere.
Il rischio
per Capo d’Orlando,
però, e quindi per la realizzazione piena di un sogno, è che a
partire da settembre inizi una lotta di tutti contro tutti per
la successione alla sindacatura Sindoni, non più eleggibile. La
politica che conta sarà sicuramente impegnata ad utilizzare
risorse ed energie per screditare l’operato degli uni rispetto a
quello degli altri per presentarsi come il volto nuovo
dell’alternativa. Riteniamo a ragion veduta, che si tratterebbe
di uno scontro dannoso per il paese e per i giovani in cerca di
occupazione almeno per 3 (Tre) motivi principali:
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1.
Fattore crisi economica.
E’ Recessione. I dati del 41° Report sull’economia siciliana elaborato dal Diste
Consulting preannuncia una disoccupazione giovanile che,
per il 2014, sfiorerà il 60%. Quello dei giovani fra 25
e 34 anni è già del 32,5%. A settembre avremo anche i
dati di Capo d’Orlando, dopo un primo bilancio sul tentativo
compiuto dall’assessore Nelli Scilabra attraverso il Piano
Giovani Regionale.
Un fatto, comunque, è certo: in Sicilia avremo bisogno di due
milioni e 300 mila occupati per evitare l’emigrazione forzata.
E siccome, allo stato attuale abbiamo solo un milione e 300mila
occupati, per i prossimi anni il vero problema prioritario, dunque, sarà proprio
come creare un milione di posti di lavoro. Ma di questo
milione, quanti posti dovranno essere creati a Capo d’Orlando
volendo creare un esperimento pilota di quasi piena
occupazione?...
2.
Fattore opportunità convergenti:
La politica
di coesione e i Liberi consorzi dei Comuni.
La
riorganizzazione del territorio isolano in macro-aree suddivise,
a loro volta, in Liberi consorzi di comuni ed aree metropolitane
produrrà una sorta di competizione e di civile confronto fra gli
stessi comuni che dovranno dimostrare di essere in grado di
promuovere un’idea di sviluppo capace di rendere possibile la
ripresa economica e che questa sia coerente con gli
interessi dello sviluppo dell’intero territorio. Su questo
fronte, oltretutto, si dovrà lavorare per raggiungere una
aggregazione di comuni con una popolazione minima di 180 mila
abitanti e i conseguenti referendum e non si tratta di cosa da
poco;
I Fondi
Strutturali Europei e la Pianificazione Strategica.
La valorizzazione delle risorse economiche messe a
disposizione dalla Comunità Europea con i fondi SIE (325
miliardi di euro di Fondi Strutturali e di Investimento
Europei). La Sicilia, attraverso una parte di questi fondi
relativi al nuovo ciclo di Programmazione 2014-2020, più
il residuo di 7,6 miliardi da spendere entro il 2015 in virtù
del biennio ulteriore che l'Europa ci ha concesso per chiudere
il ciclo di programmazione 2006-2013 e con una nuova ipotetica
definizione del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (ex Fas),
potrebbe giungere ad una disponibilità totale di circa 21
miliardi di euro. Lo sforzo dovrà essere diretto alla
captazione di buona parte di questi flussi finanziari per
favorire la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva
della città e dell’economia reale all’interno di un sistema
esteso al territorio consortile dei Nebrodi e
all’intero Sistema regione;
La nuova
Governance del Piano Integrato Risorsa Capo d’Orlando e
del Piano consortile di Sviluppo Territoriale.
La vocazione,
la tradizione e la qualità delle nostre risorse naturali,
paesaggistiche, storico architettoniche, artistiche, culturali,
enogastronomiche, tecnologiche, creative ed intellettive che,
come grande “Risorsa Capo d’Orlando”, vanno
necessariamente messe a frutto attraverso un’azione di
collegamento in rete come si diceva creando nello specifico un
Sistema paese, a regia unica, con un programma
mirato teso alla sua qualificazione, valorizzazione e…
commercializzazione sui mercati nazionali e globali.
3.
Fattore
urgenza:
Urge un
progetto Capo d’Orlando giovani in controtendenza.
Non si può perdere tempo con la politica litigiosa, del
parlare senza fare. Abbiamo necessità di programmi esecutivi che
possano rendere possibile l’utilizzazione della marea di risorse
economiche che giungeranno in Sicilia.
La scommessa.
Ecco perché lanciamo una scommessa al sindaco Enzo Sindoni:
un Patto per lo sviluppo di sistema e la piena occupazione,
in tempi rapidi e certi.
Si tratta
di predisporre una serie di iniziative programmatiche e di
progetti economico-finanziari multicanali capaci di promuovere
lo sviluppo di nuova imprenditorialità e di favorire il sostegno
alle imprese esistenti. Chiaramente un Piano così ambizioso,
anche se può contare su tante strutture e opportunità in atto
esistenti, necessita della convergenza delle varie forze
politiche, culturali ed informative orlandine perché si possa
creare complessivamente un modello di sviluppo esportabile
denominato: “Risorsa Capo d’Orlando”… Per almeno i
prossimi due anni,
sarà necessario una sorta di Patto delle convergenze
su un Progetto di Sviluppo Integrato condiviso fra
maggioranza ed opposizione in Consiglio Comunale e sostenuto dai
protagonisti dei partiti e dei movimenti politici orlandini, ai
quali spetterà il compito di cambiare metodi e strategie per
dimostrare con i fatti, e non soltanto con i proclami, che
pongono realmente, come priorità assoluta, la promozione dello
sviluppo, del lavoro e del benessere per tutti.
Sia il governo locale, dunque, che i partiti di Capo
d’Orlando, se veramente hanno a cuore gli interessi dei giovani
e del paese si fermino a considerare la condizione attuale e le
possibili risposte da dare in base alle opportunità che ci
vengono offerte. Non lasciamo i giovani da soli con gli apparati
che non funzionano, funzionano male, o non sono opportunamente
coordinati nel loro insieme per rendere un servizio efficace ed
efficiente alla crescente domanda di lavoro. Offriamo loro un
modello economico orlandino strategico, integrato nei processi
di crescita e sviluppo nazionali, europei, globali. I soldi che
arriveranno sono per opere da fare, servizi da realizzare,
imprese da creare, sogni da trasformare in realtà in tempi
ragionevoli; e se il pubblico aiuta il privato, la
Rivoluzione gentile del ’94, che più volte, noi stessi,
abbiamo combattuto nei metodi, ma mai nel contenuto ideale, sarà
veramente compiuta, farà “scuola”, e meriterà a pieno
titolo di entrare nella storia gloriosa delle pagine scritte e
non solo pensate di Capo d’Orlando!!!...
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