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A CURA DELL'UFFICIO RELAZIONI CON IL PUBBLICO
DEL COMUNE DI CAPO D'ORLANDO


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Maria Santissima di Capo d’Orlando

“Stella dei naviganti, che così  misericordiosa si è mostrata verso il prediletto popolo orlandino e verso tutti coloro che a Lei, fidenti, rivolgono il pensiero”.

 

 

Il  22 Ottobre 2007, si ripete, come ogni anno, il solenne evento religioso con il quale si onora il culto della miracolosa Madonnina che da secoli ormai ha il suo ricovero sul Monte, simbolo e vanto della città orlandina.

 L’avvenimento affonda le sue radici nella tradizione, in un affascinante alternarsi
di mito e realtà.

Santuario.jpg (69311 byte)Assai suggestiva è la storia che narra la genesi del tempio che ancora oggi ammiriamo sulla cima del  colle paladino e che è legata alle esigenze difensive della operosa cittadina ed alla profonda religiosità del popolo orlandino. La tradizione vuole che, nella notte di giovedì 22 ottobre 1598, la torre, di cui era allora proprietario il conte Ioppolo ed alla cui guardia erano preposti i liparoti Raffa, divenisse scenario di un evento straordinario: si palesò, alla presenza dei guardiani un pellegrino che li destò dal sonno al suono fortissimo di una buccina, strumento all’epoca largamente usato per dare l’allarme alla popolazione dagli attacchi pirati. Ammonito severamente dai guardiani, il monaco  prima di scomparire lasciò sulle scale un sacchetto contenente una piccola cassetta, la quale custodiva una statuina che raffigurava la Madonna con in braccio il Bambino Gesù. Era bellissima, alta poco meno di un palmo, di materia ignota : due piccole corone cingevano il capo della Madre e del Bambino e due angeli d’argento  sostenevano  una candela ciascuno.  I guardiani  riconobbero nella figura del monaco, quella del santo Cono Navacita,  venerato  a  Naso.  L’evento prodigioso richiamò l’attenzione dell’allora Prefetto di Capo d’Orlando, Antonino Piccolo, il quale, salito al monte, pregò commosso per la salute dei suoi figli gravemente malati di vaiolo. Quando seppe che i suoi due figlioli erano miracolosamente guariti, il Piccolo decise di portare la statuetta a Naso in casa propria.  Il verificarsi, però, di violenti cataclismi, lasciò intuire che il luogo deputato alla conservazione del prezioso simulacro non dovesse essere Naso, ma il sito stabilito dallo stesso Navacita in una sua seconda apparizione del 12 Febbraio del 1599.

Intanto il Vescovo Francesco Velardi della Conca, consultatosi giuridicamente con il conte Girolamo Ioppolo, diede ordine di far edificare la chiesa, preposta alla custodia della Madonnina, sulla sommità del monte in cui era stato lasciato il simulacro.  Il 12 maggio del 1600 , S. Cono, in  una terza ed ultima apparizione ,  con tre pietre designò  il sito, i confini e la posizione ove doveva essere elevato il tempio.

Il 22 Ottobre del 1600, con vive  manifestazioni di fede, venne restituita al Colle di Capo d’Orlando la Vergine Santissima che fu portata in solenne processione dalla chiesa di S. Pietro fino al santuario, eretto in suo onore. Fu una giornata storica  poiché  accorsero più di 20000 fedeli provenienti da tutta la Sicilia e perfino dalla Calabria. Alla presenza delle più alte cariche ecclesiastiche e civili, venne inaugurato il Santuario in cui, in una nicchia di pietra fregiata d’oro e protetta da un’inferriata, fu collocata la Vergine miracolosa. Purtroppo la storia della Madonnina recata al Monte dal Navacita, è stata funestata nel secolo scorso da un  episodio molto triste. Il simulacro  della Madre dolcissima fu infatti trafugato, nella notte dell’11 dicembre del 1925, da ignote mani sacrileghe e, nonostante tutte le ricerche e le perquisizioni compiute  all’epoca, non fu mai più ritrovato!

Perché il culto continuasse si decise, comunque, nel  1926, di sostituire la statuina rapita con una copia in argento,  che il 22 ottobre di ogni anno viene  portata in solenne processione dal Monte alla chiesa “Cristo Re”, e poi per le principali vie del centro. 

 

In quello stesso giorno venne istituita una grande fiera-mercato che, fino agli anni ’70, aveva inizio il 14 ottobre e si protraeva fino al 22 dello stesso mese. Si trattava di una “’fera ‘i boi”, cioè di un  mercato di animali di grossa e piccola taglia, che riempiva di suoni, odori e colori tutta la spiaggia antistante il centro abitato. Col tempo il commercio degli animali è stato sostituito completamente dal grande e variopinto mercato che anima la città il 21 e 22 ottobre di ogni anno. Quindi dall’evento religioso prende avvio anche una parallela e fiorente attività commerciale che rappresenta da tempo una delle più autentiche vocazioni imprenditoriali orlandine. Le manifestazioni culturali, musicali e ricreative che completano il quadro dei festeggiamenti, hanno portato alla crescita della cittadina in varie direzioni. Questo sviluppo è stato promosso ed incentivato dall’Ente Comune che sempre più concretamente si è mobilitato per fornire  gli strumenti economici, logistici ed organizzativi affinché la festa sia valorizzata in tutti i suoi aspetti  - socio-economico, religioso, culturale, ludico, sociale , folklorico -  e valorizzi a sua volta il paese. L’evento coinvolge tutta la gente del luogo, che vi prende parte anche solo passeggiando spensieratamente per le affollate vie del centro, fra le coloratissime bancarelle che espongono la merce più varia e che attraggono migliaia di persone  anche dai paesi limitrofi. Alla grande fiera partecipano tutti: dai venditori provenienti da cittadine vicine e lontane, agli attenti compratori, ai semplici curiosi che colgono così l’occasione per incontrare vecchi amici o salutare  conoscenti con cui osservare e, magari, commentare  l’andirivieni della folla. Persino i ragazzi dei vari ordini di scuola si industriano con le loro fantasiose e vivaci bancarelle vendendo piccoli manufatti o panini alla piastra e mettendo così alla prova, fra serio e faceto, il loro spirito imprenditoriale ancora in erba  che li immette in modo  giocoso  nel mondo dell’economia. Tutta la società civile, dalle istituzioni pubbliche alle aziende private e dai commercianti alle diverse associazioni, si impegna attivamente e spontaneamente cooperando nel dare sempre il meglio per l’ottima riuscita della festa. Un contributo importante è dato  dal “Comitato” i cui componenti, oltre alla fattiva collaborazione per i preparativi vari,  si occupano di un’antica tradizione e cioè  di visitare “porta a porta” gli orlandini per donare loro “l’immaginetta”  della Madonnina, ricevendo in cambio  un’offerta.   Questo sforzo  dell’’intera collettività è sempre stato premiato oltre che dal divertimento e dalla soddisfazione di avere fatto bene, dal ritorno economico e di immagine, notevolissimi per una città che vive prevalentemente di terziario e di turismo. Questa festa rappresenta, quindi, lo specchio dell’operosità, della determinazione, dell’unità e della volontà di crescere del popolo orlandino. Non meravigli dunque il fatto che essa è stata “esportata” oltre i confini europei, addirittura nel lontano continente australiano e, precisamente, nella città di Fremantle, da anni gemellata con il nostro Comune, per la numerosissima presenza di emigrati ed oriundi orlandini. Nel mese di ottobre, infatti, annullando virtualmente le distanze geografiche, essi festeggiano  nella loro terra d’adozione la “Festa della Madonna” e con questo ritrovarsi nella tradizione comune della devozione al culto mariano, vivono profondamente ed orgogliosamente il senso di appartenenza alla loro comunità d’origine, considerandosi ancora e sempre fieramente orlandini.

Si sente nell’aria, anche quest’anno, il clima gioioso e  di quasi infantile attesa della festa che, sebbene conti poco più di quattro secoli di storia,  riesce ad arricchire spiritualmente e materialmente la comunità religiosa e l’intera società  civile di Capo d’Orlando. Una cittadina  che,  tra luci  e profumi,  diventa protagonista e spettatrice insieme di questa magica kermesse,  dalla  grandissima valenza simbolica, da cui si  trae l’esigenza di conservare  il ricordo e di tramandare alle giovani generazioni la nascita e l’evoluzione delle radici comuni.

 

 

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