I "Beni" dell'Arch. Giuseppe Librizzi

 

 

 

IL PAESAGGIO NEI RICORDI DELLA MEMORIA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Pubblicati sul periodico del Comune di Capod'Orlando
"In Comune" 

VAGANDO PER GLI ANTICHI 
“ITINERARI RELIGIOSI”

da  "In Comune" del   10/04/1997

 

Nel dibattito in corso sulle “emergenze” dei “beni” architettonici ed ambientali, è doveroso chiarire che l’individuazione delle stesse deriva da una ricognizione attuale sul territorio che conferma, per la maggior parte, le indicazioni contenute nel “vecchio” strumento urbanistico vigente (PRG Calandra).
L’art. 57 del Regolamento Edilizio riguarda le - Zone “BCA” - dal quale, in questa fase, estrapoliamo le architetture religiose ancora esistenti, e le norme di attuazione previste per il mantenimento e la tutela.
- Sono indicate come zone “BCA” e denominate “Rispetto di beni culturali e ambientali” talune aree nelle quali sono ammesse soltanto opere di restauro conservativo dell’edilizia ivi esistente e dell’ambiente naturalistico circostante”.
Ogni adattamento tipologico e intervento restaurativo deve avvenire nella volumetria esistente, con esclusione di aggiunte di volumi, nel rispetto delle leggi di tutela dei beni culturali anche per quanto riguarda la destinazione d’uso e con il consenso della Soprintendenza ai beni culturali competente per territorio.
Oltre alle aree individuate coll’apposito simbolo nelle planimetrie di piano, sono sottoposti alla tutela della vigente legislazione sui beni culturali e ambientali i seguenti manufatti storici:
.....; Ruderi della Chiesa S. Martino; Ruderi della Chiesa di Ronca; .....; .....; Chiesa vecchia di S. Lucia sulla Consolare Antica; Chiesa nuova di S. Lucia sulla Consolare Antica; Ospizio dei Padri Cappuccini a S. Filadelfio; Chiesa Madonna del Porto a S. Gregorio; Chiesa di S. Cosimo e Damiano a Cirasa; Chiesa di N. S. di Loreto a Livari; Chiesa dell’Immacolata Concezione a Forno; Chiesa di Maria SS. di Porto Salvo a Piazza Merendino.-

Dopo le immagini, della Chiesa di S. Francesco, (zona S. Filadelfio) continuiamo con la Chiesa di S. Lucia.
Carlo Incudine in “Naso Illustrata” del 1882, dice: “..... le amene e floride pianure di S. Lucia, ove il rezzo profumato degli aranci, e gli aromi di una terra odorosissima, muovono al riposo, e a un soave abbandono.
Coteste pianure tolsero il nome a una Chiesa quivi eretta da un gentiluomo siracusano, campato co’suoi dal naufragio su la vicina riviera.
Altri affermano invece ch’essa venne edificata in memoria di Pascasio, carnefice di S. Lucia, morto in quel luogo.
A cotesta Chiesa era gran concorso di forestieri il dì della festa, e venivano sin da S. Marco, e Mirto e Capri, a visitarla”.

La Chiesa “vecchia” di S. Lucia con annesso “ossario” fu edificata nel IV secolo, ricostruita, nel XV, e donata ai Basiliani; oggi è un deposito di attrezzi agricoli.

  La Chiesa “nuova” di S. Lucia, annessa all’antico borgo del XVIII secolo, fu edificata  verso  la  fine del XIX secolo.

A tutt’oggi l’iter di salvaguardia previsto dallo strumento urbanistico non è stato avviato e il risanamento del complesso rischia, visto lo stato di degrado, di non essere più realizzabile.

Si è ancora qui a lanciare l’ennesimo S.O.S. (Sbrigatevi O Sparisce).

 

Arch. Giuseppe Librizzi