I "Beni" dell'Arch. Giuseppe Librizzi

 

Il Museo Etno - Antropologico a “Masseria Suttana”?

 

 

 

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Pubblicati sul periodico del Comune di Capod'Orlando
"In Comune" del
22/05/1997 

Il Museo Etno - Antropologico

a “Masseria Suttana”?

 

“L’itinerario dell’emergenza” per il recupero e la salvaguardia delle testimonianze “architettoniche” propone la “Masseria” di Contrada Malvicino, un tipo di edilizia rurale affascinante ed imponente, che era la manifestazione non tanto del lavoro quanto del capitale, ossia della proprietà che dirigeva la produzione.

Il complesso denominato “Masseria”, è nei vari spazi architettonici un esempio di come si articolavano le tipiche Masserie siciliane d’epoca. Era una struttura produttiva attiva fino ai primi del ‘900, ed espressione di abitudini lavorative ormai in disuso, e testimonianza dell’economia agricola peculiare di questa porzione di territorio, che merita di essere tutelata e recuperata con celerità in quanto il “degrado” ha già intaccato parte del complesso edilizio nel tetto e nei muri.

La “Masseria”, risale al 1600, ed alla cui presenza si deve il toponimo di “Masseria Suttana”. Ciò viene confermato da Carlo Incudine in “Naso Illustrata” del 1882: “..... pel feudo Masseria, e giù giù in sino al mare dall’onda or inquieta, or serena. Ad oriente un vastissimo piano s’apre ed allarga via via in mezzo a monti, a colline, a precipizî, a liete campagne, insino a Morco, il gran feudo, che nereggia inselvato, disegnandosi maestosamente nel vano infinito; e a destra e a mancina su per l’ampiezza ineguale e avvallantesi qui e colà della pianura, s’intrecciano, si abbracciano, si addensano le ulive, grande ricchezza, che correndo al Sud per lungo tratto, vanno a morire col Fitalia, spumante in un abisso.-”.

Con decreto di vincolo, del 21/09/1988 l’immobile è stato dichiarato di interesse Etno-Antropologico particolarmente importante ai sensi del combinato disposto di cui all’art.1 della legge regionale 01/08/1977, n. 80, e degli artt.1 e 3 della legge 01/06/1939 n. 1089, e quindi sottoposto alle prescrizioni di tutela.

L’iter per l’acquisizione è in corso. Nell’attesa, il “complesso edilizio”, ed in particolare le rifiniture interne, le decorazioni dei soffitti, la pavimentazione, e le inferriate degli infissi esterni rischiano seriamente di essere totalmente distrutte dall’incuria dell’uomo e dal veloce scorrere del tempo, ed insieme sta allontanandosi il principale fine cui il Comune intendeva destinarlo - Museo Etno-Antropologico - a seguito dell’intervento di restauro.

    Arch. Giuseppe Librizzi