La
“Villa Cangemi”, va recuperata al più presto in quanto il
“degrado” ha già intaccato parte del tetto ed i muri.
Il
recupero e la salvaguardia di questa villa rurale di tipo
signorile-nobiliare, insieme ad altre con le medesime
caratteristiche, permetterebbe anche la ricostruzione
storico-culturale degli antichi itinerari che portavano alle
proprietà dei “nobili” latifondisti.
“Villa
Cangemi” risale alla prima metà del 1800, ciò viene confermato
da Carlo Incudine in “Naso Illustrata” del 1882: “toccata la
villetta Cangemi dall’esotiche piante, e dall’albero di pepe
ricadente in flessuose chiome, si entra in Capo d’Orlando”.
L’edificio,
con pianta ad “ELLE”, consta di un piano terra adibito a
magazzini ed alla servitù e di un piano nobile destinato ad
abitazione padronale. La tipologia è quella usuale nelle case
padronali del XIX secolo nella Sicilia Orientale: corpo avanzato con
terrazza soprastante sul prospetto principale e piano nobile con
ingresso sul prospetto laterale cui si accedeva da un bel portale
costituito da conci in pietra da taglio e chiave di volta con stemma
gentilizio. Di particolare pregio la decorazione a nastro continuo
dei prospetti che avvolge tutto l’edificio tra le architravi delle
finestre e la linea di gronda.
Con
decreto di vincolo, ex legge 1089/1939, del 10/08/1993 l’immobile
è stato dichiarato di INTERESSE STORICO ED ARCHITETTONICO
PARTICOLARMENTE IMPORTANTE, e quindi sottoposto alle prescrizioni di
tutela.
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