E’ la narrazione della corsa al sogno americano di un
siciliano emigrato negli States all’inizio del secolo scorso. Un viaggio
collettivo, vorticoso nel ricordo, tra i suoni caldi e ricercati degli anni
trenta. Uno spostamento dell’animo tra miraggi e illusioni, speranze e
decadenze; sullo sfondo l’America dei fumosi club, miscuglio di wiskej,
donne impiumate e suonatori di saxofoni-pipe al nikel. La musica delle
Officine sonore PianoSax è ricerca, nel repertorio degli anni ’20 e ’30
del Novecento, di un’estetica bianca che incontra una poetica nera e della
espressività, nel ricostruire il mood e le atmosfere di quegli anni in cui
tutto appare nuovo, elogio meccanico e futurista; erano nati il finalmente
nuovo 78 giri, la radio, il cinema sonoro, i night club, ma anche il
proibizionismo e un modello americano di vita ricca, tra gangster e donne
impiumate; è l’epoca del fox-trot, vera moda che inonda l’occidente,
stile che deriva dall’art noveau e dalla belle epoque, nasce dal Jazz (ma
Jazz non è) come contaminazione tra ideali, forme e strumenti classici e
ritmica espressività nera, ma fa molto "Ritmo" e accompagna
commedie nuove da cabaret europei; è un viaggio dall’Europa all’America e
ritorno, nel quale i grandi musicisti colti, Ravel, Debussy, Hindemith,
Stravinskj, Shostakovich, lo stilizzano nelle loro opere. Sono i tempi dei
grandi solisti di saxofono (Wiedoeft, Gurewich, ecc.) dei quali i primi
recital sembravano memorabili, la gente li osservava incuriosita per la voce,
quasi umana, e la forma dei loro strani strumenti: Jean Cocteau nel
1918…scriveva:"… in un locale parigino ho ascoltato dei curiosi
strumenti a fiato somiglianti a delle grosse pipe di nichel". "Il
saxfono costoso riproduttore di voce umana" "Solo il saxofono può
dare tenerezza e passione sfumata di continua riservatezza"
In programma musiche di: R. Wiedoeft; A. Escobar; A.
Gurrieri; C. Concina; S. Joplin; G. Gershwin