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PRESENTATO IL LIBRO “ ACQUA  E  SAPONE ”
    AUTORE :  PATRIZIA  ITRI          EDITORE : ARMANDO  SICILIANO


Presentato dal Dirigente Molica Colella Tindara del Liceo Scientifico e Classico "Lucio Piccolo" di Capo d'Orlando il libro di Patrizia Itri: "Acqua e sapone" 
 
        Animazione...
 
“ ACQUA  E  SAPONE ”
 

E’  la  storia di una donna, Marina, che viene tradita nei valori che ha sempre ritenuto più cari, la fedeltà, la lealtà, la sincerità. Sposa Luca, suo compagno di scuola, dopo dieci anni di fidanzamento durante i quali condivide ed affronta tutti i problemi della famiglia Carrubba, che da anni pur continuando a vivere sotto lo stesso tetto è in realtà dilaniata da contrasti insanabili e dalla tossicodipendenza del figlio maggiore Piero. Luca vive la sua adolescenza assistendo impotente alle furiose lotte tra i suoi genitori e alle crisi di astinenza del fratello nei vani tentativi di uscire dal tunnel della droga.
 
Accanto a lui, a dargli forza e coraggio, c’è Marina che rappresenta la stabilità, l’ordine e la serenità. Gli anni passano tra mille difficoltà ed i due giovani arrivano finalmente al matrimonio ma Memè, madre di Luca, trasforma il momento più bello e l’inizio di un periodo di pace in un “inferno”. Memè vede in Marina la rivale che le ha rubato il figlio e fa di tutto per riconquistarlo accogliendolo a braccia aperte quando dopo quattro anni di matrimonio si arriva inevitabilmente alla separazione. Marina viene annientata non solo come moglie e madre ma soprattutto come donna. Gli anni passano tra cause, tribunali, avvocati, psicologi; i bambini crescono e la vita di Marina è fatta di rinunce personali e professionali. Due bambini piccoli non le permettono di accettare la cattedra nella scuola statale  lontano dalla città in cui vive; gli uomini la vedono come una preda facile, che non appartiene a nessuno, e pensano di potersi divertire e lei si trasforma in un porcospino e rifiuta qualunque avances  fino a quando non arriva Massimo.

Massimo Neri, figlio di un paesino dell’Aspromonte, la incanta come quando da piccola accompagnata dal padre calabrese nei boschi dell’Aspromonte, rimaneva affascinata a contemplare la bellezza e la maestosità della natura, rapita dai profumi della terra e dalla fantasmagoria dei colori. Massimo apparentemente così diverso da Luca, finirà anche lui per tradirla, prigioniero della sua incapacità di amare ed ancorato a pregiudizi che non dovrebbero più esistere.  

Il libro è strutturato in due parti, la prima dedicata a Luca è povera di dialogo e denuncia proprio l’esigenza, avvertita fortemente dalla protagonista, di poter comunicare. Il marito si rivela un “muro”, vive solo in funzione della madre ed attribuisce a Marina ogni responsabilità. Nella seconda parte, dedicata a Massimo, fanno la loro apparizione gli ambienti esterni, il paesaggio, la natura, la bellezza dello stretto di Messina, il fascino della costa calabrese e l’Aspromonte finisce per diventare lirica, ricca di metafore e testimonianza indelebile di passioni tradite in una malinconica musicalità dalle improvvise impennate.

I gabbiani ed il mare rendono il tutto aereo, magico, quasi evanescente e le onde marine o il volo etereo di un gabbiano consolano, cullano, esaltano Marina.

Il periodare è fluido, scorrevole e coinvolgente tanto da spingere il lettore a leggere il libro tutto d’un fiato. L’ironia dominante contribuisce ulteriormente a ciò rendendo piacevole la lettura nonostante la drammaticità dei contenuti trattati.

Il monologo interiore nel colloquio sommesso di Marina con la propria anima sostituisce il dialogo sempre desiderato e mai avuto in una società, come quella attuale,  in cui questo è un  problema largamente diffuso.

La storia ambientata a Messina vede protagoniste la Sicilia e la Calabria, così vicine e nello stesso tempo lontane, così moderne ed anacronistiche, unite nel racconto più che mai da un ponte sempre meno virtuale. La vicenda si dipana dagli anni ottanta fino ai nostri giorni e vede la protagonista vivere tra i banchi di scuola la sua vita, passando da alunna a docente  in un processo di scarnificazione della persona senza remore, ipocrisie e falsi pudori, ancorata “con i piedi per terra” alla problematicità della quotidianità eppure desiderosa di sognare e vivere la propria vita con slancio e passione. Da qui il titolo “acqua e sapone” che non è solo espressione del voler a tutti i costi rifiutare il trucco, che tutte le donne, in quanto affascinanti e sexy, usano ma diventa un modus vivendi improntato alla semplicità, alla spontaneità, al voler seguire gli impulsi del cuore, anche a proprio danno. Marina infine appare un personaggio irreale, uscito da un libro di storia, frutto della fantasia,  extraterrestre in un mondo dove domina l’apparire, l’essere sempre in forma perfetta; ma quanto di inventato c’è nella narrazione di uno spaccato di vita ?  

 

Alcuni momenti della presentazione svoltasi nell'Aula Magna del Liceo "Lucio Piccolo"...





 

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