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Il cigolare di
un carrettino spinto a mano poteva lasciare qualche dubbio, ma la musica,
quella, no.
Mastru Carminu, Re del
recupero, infatti, raggiungeva il luogo da cui prelevare gli oggetti da
sottoporre alle Sue cure, accompagnandosi col suono di "ballabili"
inseriti in un mangiadischi opportunamente ancorato al Suo traballante mezzo.
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Beninteso, essendo persona
molto disponibile, non di rado si concedeva a domicilio, specie se gli
interventi erano diretti al recupero di cocci di Pirandelliana memoria. Ma il
luogo deputato, almeno l'ultimo, era la soglia dell'uscio della Sua dimora dove,
tra una tirata di spago e l'altra, non disdegnava il dialogo col vicino di casa.
Certo, la tecnologia
anche allora andava di pari passo con l'evolversi della situazione
economica, ma prima del Suo amato grammofono a batteria, i Suoi richiestissimi
interventi potevano pretendere l'uso del camice bianco, essendo che Mastru
Carminu faceva il conzapiatti, intervenendo anche su "baini", "cottare"
e "giare".
Nessuna meraviglia, però:erano
altri tempi !
Oggi i piatti appena
scheggiati, in nome della tutela della salute, vengono distrutti, un tempo,
invece, in nome del bisogno, venivano ricuciti.
Poi, l'avvento del
progresso e della società dei consumi restrinse il Suo campo al recupero di
fondi di sedie, lavoro, quest'ultimo, che doveva accompagnarlo lungo
l'ultimo tratto della Sua travagliata vita.
Ma chi si nascondeva dietro
il serafico volto di mastru Carminu conzapiatti ?
Sicuramente la Sua
ecletticità capace di reinventarLo ad ogni piè sospinto in funzione di quella
necessità che non lascia spazio a ripensamenti o scrupoli, ma anche la furbizia
tipica dell'uomo semplice di acreste, rinomato acume (...scarpe grosse e
cervello fino).
Brevilineo, dal perenne
copricapo, con passo svelto si recava a comprare l'occorrente, ecclissandosi tra
seghe e trapani, tra martelli e tenaglie costruiti in casa dalle Sue capaci
mani.
Non scioperò mai, non
dissentì mai, nè mai elevò ufficiale protesta per presunte o provate
ingiustizie poichè, uomo d'altri tempi, fatalista per educazione, affidava al
destino le alterne vicende del Suo esistere.
Finchè Dio lo ebbe in
gloria nel 1983, a 87 anni d'età, sottraendolo ai Suoi logori arnesi, ma non al
ricordo della nipote Nunziatina che, ancora oggi, ne racconta con grande
nostalgia.
Tano Raneri
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