Al rammarico per non aver potuto, l'estrema determinazione,
però, a non deflettere dal proposito di richiamare alla mente chi, per primo,
ci chinò, delicatamente, il tremante, piccolo capo per iniziarci al taglio dei
capelli all' "umberta".
E la poesia? Un omaggio, con dedica, del Poeta che, sulla
metrica del Cirano, parafrasava la celeberrima frase a beneficio di un
improbabile spadaccino" munito solamente di forbici e rasoio.
Chi fosse "don Cocimu" era fin troppo facile a dirsi
giacchè la Sua delicatezza, i Suoi modi garbati, il Suo defilarsi pur
comprimario sul palcoscenico della Sua arte, Gli creavano una immagine che
definire esemplare non sarebbe esagerato. Ma, nell'esercizio di quell'altra
attività, che nacque per caso e sconfinò in un Suo totale coinvolgimento, per
l'immaginario collettivo, era l'emblema della speranza. Era l'uomo a cui era
d'obbligo un amico sorriso quasi fosse il "Caronte" buono del tuo
destino incaricato di traghettarti sulla riva della "dea bendata";
era,in buona sostanza, il procacciatore delle tue fugaci illusioni, il latore di
quel "tanto fatto di niente" che dischiude le ali alla tua
irriducibile voglia volare. E Lui questo ruolo lo impersonificava magistralmente
come, finchè potè, fu il "barbiere" per antonomasia, gestendo la piu
importante sala del circondario.
Dai folti capelli ondulati con discriminatura a sinistra,
baffetti alla Erol Flinn (?!) su una dentatura intatta, istruì schiere di
giovani talenti nella nobile arte del "figaro". Ma si divise tra
l'essere ed il volere optando per la volontà di aderire il più possibile al
Suo grande amore che si chiamò, sin dal primo momento, "Totocalcio".
Poi, lo scorrere della vita finchè salute lo sorresse ed
il rispetto della Sua ultima volontà affidata alla Sua ammirevole famiglia. Un
testamento semplice, chiaro, tenero come fu il Suo modo di essere che i
congiunti non mancarono di esaudire: volle che nella bara, con Lui fossero
rinchiuse le "schedine" della Sua ultima settimana da ricevitore.
Nel mio girovagare, ancora, il ricordo di un incarico
provinciale in rappresentanza degli artigiani e, forse, anche dei ricevitori,
ma, questo, in vero, non aggiungerebbe granchè all'aspetto di don Cosino
Emanuele amico di tutti, in tutte le stagioni.-
Morì nel 1990 all'età di 70 anni.-
Tano Raneri
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