Era questo il segnale inequivocabile che le feste erano arrivate e che
l'unica pasticceria del paese si preparava a farvi fronte, per la delizia
del palato di quanti potevano, allora,...santificarle.-
E giù pipitelli, amarette, paste secche,
savojardi, cannoli e
quanto di altro poteva mettere nel Suo forno elettrico (ultimo grido della
tecnica) da offrire alla scelta degli avventori, mentre sul "bancato"
troneggiavano due artistiche "bocce" colme di cannellina e caramelle.-
Don Sabbaturi 'u dulceri era una vera pasta d'uomo dal carattere
amabile come le Sue prelibatezze, dal fare rilassato come la crema dei Suoi
cannoli, dalla nobiltà d'animo come il Suo cognome. Indossava perennemente un
camice di stoffa grigia, dal colletto a punte ricadenti sempre aperto ed
assumeva uno strano aspetto nello scrutare il prossimo, in transito sulla
dirimpettaia Piazza, con un sogghigno, quasi ne traesse una intima, particolare
soddisfazione. Era aduso,infatti, "in su la soglia" della porta amica,
ad alzare un pò il mento, girando la testa di quel tanto sufficiente per
adottare un atteggiamento molto familiare alle masse e caro ad ..."un
milione di baionette".-
Se fosse stato di fede fascista, non mi è dato sapere, ma,
stante i tempi, non credo che don Sabbaturi potè sottrarsi all'indispensabile
viatico per la Sua olezzante attività. A fronte di ciò, un sorriso pudico
increspava appena le Sue labbra, quasi fossero obbligate a nascondere qualcosa
che, in effetti, celavano, non avendo, Egli, ciò che si poteva definire una
splendida dentatura alla "Durban's". Pochi denti incisivi,
asimmetrici, di altezza variabile, onoravano, infatti, il ricordo di ciò che
"era stato" in fatto di apparato dentale, che Lui utilizzava
incessantemente "rummicannu" qualcosa.
Purtroppo, però, ciò che gli proveniva dalla onnipresente
famiglia, unico sollievo ai Suoi tanti problemi, Gòli mancava, invece, sotto
l'aspetto relazionale, essendo che aveva scelto un modo di svagarsi , a dir
poco, singolare. Ma Lui, con perseveranza, malgrado la Dea Bendata ne avesse
decretato il suo sfavore, non abbandonava l'intenzione di metter a dura prova il
destino, a beneficio di amici più in ..."carta" di Lui.
E non salì neanche sul carro del progresso, perdendo
l'occasione per crescere col lievitare delle esigenze della comunità, Lui,
messinese, tra i primi a credere nella realizzazione di un sogno dal nome
suggestivo: Capo d'Orlando.
Poi la lunga senilità.
Don Salvatore Marchese, emblema di spensieratezza e di gioia per
tante generazioni di ragazzi, restituì l'anima a Dio nel 1990, a 94 anni d'età.-
Tano Raneri
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