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Tano Raneri

 

 

 

 

 

 

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Per non dimenticare...

DON SALVATORE MARCHESE

'u dulceri

Un fragrante odore di dolci si diffondeva in lungo ed in largo, invadendo Piazza Matteotti e, via, per la finestra, si spandeva nella campagna, a ridosso di via Saint Bon, e lungo  "u vadduneddu" ( primitivo esperimento di  pubblica ritirata), raggiungendo Villa Merendino e Casa Galipò, in quel di via Nino Mancari.

Era questo il segnale inequivocabile che le feste erano arrivate e che l'unica pasticceria del paese si  preparava a farvi fronte, per la delizia del palato di quanti potevano, allora,...santificarle.-

E giù pipitelli, amarette, paste secche, savojardi, cannoli e quanto di altro poteva mettere nel Suo forno elettrico (ultimo grido della tecnica) da offrire alla scelta degli avventori, mentre sul "bancato" troneggiavano due artistiche "bocce" colme di cannellina e caramelle.-

Don Sabbaturi 'u dulceri era una vera pasta d'uomo dal carattere amabile come le Sue prelibatezze, dal fare rilassato come la crema dei Suoi cannoli, dalla nobiltà d'animo come il Suo cognome. Indossava perennemente un camice di stoffa grigia, dal colletto a  punte ricadenti sempre aperto ed assumeva uno strano aspetto nello scrutare il prossimo, in transito sulla dirimpettaia Piazza, con un sogghigno, quasi ne traesse una intima, particolare soddisfazione. Era aduso,infatti, "in su la soglia" della porta amica, ad alzare un pò il mento, girando la testa di quel tanto sufficiente per adottare un atteggiamento molto familiare alle masse e caro ad ..."un milione di baionette".-

Se fosse stato di fede fascista, non mi è dato sapere, ma, stante i tempi, non credo che don Sabbaturi potè sottrarsi all'indispensabile viatico per la Sua olezzante attività. A fronte di ciò, un sorriso pudico increspava appena le Sue labbra, quasi fossero obbligate a nascondere qualcosa che, in effetti, celavano, non avendo, Egli, ciò che si poteva definire una splendida dentatura alla "Durban's". Pochi denti incisivi, asimmetrici, di altezza variabile, onoravano, infatti, il ricordo di ciò che "era stato" in fatto di apparato dentale, che Lui utilizzava incessantemente "rummicannu" qualcosa.

Purtroppo, però, ciò che gli proveniva dalla onnipresente famiglia, unico sollievo ai Suoi tanti problemi, Gòli mancava, invece, sotto l'aspetto relazionale, essendo che aveva scelto un modo di svagarsi , a dir poco, singolare. Ma Lui, con perseveranza, malgrado la Dea Bendata ne avesse decretato il suo sfavore, non abbandonava l'intenzione di metter a dura prova il destino, a beneficio di amici più in ..."carta" di Lui.

E non salì neanche sul carro del progresso, perdendo l'occasione per crescere col lievitare delle esigenze della comunità, Lui, messinese, tra i primi a credere nella realizzazione di un sogno dal nome suggestivo: Capo d'Orlando.

Poi la lunga senilità.

Don Salvatore Marchese, emblema di spensieratezza e di gioia per tante generazioni di ragazzi, restituì l'anima a Dio nel 1990, a 94 anni d'età.-

                                                                                     

Tano Raneri