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Alto,asciutto,
dall'incedere signorile, era un personaggio emblematico per quel
Suo modo misurato, quasi aristocratico, di proporsi all'altrui
attenzione. Ma, sopratutto, era persona
rispettosissima, interpretando le regole della società nel modo più
consono possibile ad una educazione che Gli proveniva, certamente,
da retaggio di antica stirpe. |
Cosicchè,
il cavaliere, dai radi capelli perfettamente pettinati, sempre
elegante, non si sarebbe mai privato di "togliersi il
cappello" incrociando un rappresentante del gentil sesso
più o meno conosciuto.
Uomo,
dunque, d'altri tempi in un contesto sociale in cui ognuno aveva un
suo grado e ciascuno il compito di non travalicarne i confini, Egli,
per una sorta di ineluttabile destino, conservava una immagine il più
aderente possibile al ruolo da vivere, più per volere degli altri
che per propria volontà.
Un
ricordo affrettato, però, non gli farebbe giustizia.
Il
Cav. Giuseppe Siro Brigiani non può essere, frettolosamente,
archiviato come colui che impinguava le casse del Comune e ne
elargiva i fondi perché sotto le vesti di chi esigeva tasse e
tributi, sovente, si nascondeva il benefattore sempre sensibile e
tenero verso i bisogni più immediati del prossimo.
Per
questo, spesso, dal fumo della Sua "Serraglio"
perennemente in attesa a bruciacchiare il legno, un fugace sguardo,
in un silenzio tombale appena rotto da una discretissima radio,Gli
consentiva di leggere negli occhi del contribuente un disagio che
immediatamente mitigava con opportuni interventi.
Non
so quanti pignoramenti abbia disposto il Cavaliere, ma da ciò che
" Radio Circolo Aurora" (di cui ne fu Presidente)
divulgava, pare che tale pratica Gli fosse del tutto sconosciuta. Se
fosse ricco l' "esattore", parimenti, non mi è noto
anche se "vox populi" lo dava per tale, ma che la
ricchezza più importante fosse la bellissima moglie era un fatto
risaputo da tutti.
Amante
delle belle cose, non disdegnava qualche capatina nei teatri del
capoluogo, ma allo stesso modo ammirava l'estro e la forza quando
questi assumevano le ali, tanto che fu un irriducibile
propugnatore e sostenitore di avvenimenti sportivi locali.Non pochi
ricorderanno i lunghi anni di Presidenza all' "Orlandina
Calcio" impegnata ai vertici di tornei regionali e da Lui
sostenuta con l'orgoglio della Sua...passione. Era il tempo dei
Campionati di I^ Divisione (Serie D) ed era anche il tempo dei
pullmans di sportivi al seguito della squadra (unica valvola di
sfogo) generosamente finanziati dal Cavaliere perché i giovani non
avessero a privarsene : forse la Sua rivalsa nei confronti di un
destino che non lo volle mai padre.
Lasciò
questa terra discretamente, senza clamore, come sempre visse, nel
1965, a soli 58 anni di età.
Tano Raneri
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