Capo
d’Orlando – FP - Quando Antonella e Luciano, nel 1989, aprirono il
primo lido balneare della giovane storia di Capo d’Orlando, tutti
pensarono che la nuova attività imprenditoriale si sarebbe dimostrata
un vero flop . Ed alla base di questa ipotesi c’erano tante
motivazioni e tutte attendibili. La vicinanza delle abitazioni
( che favoriva ai bagnanti il cambio degli indumenti )
, le docce comunali gratis sulla spiaggia, i bar vicinissimi alla
battigia che rendevano molto facile un loro raggiungimento e così via.
Sono passati dieci anni da quella novità balneare ed ecco che nel 2003
, Capo d’Orlando annovera ben quindici attività balneari, tra
lidi, chioschi e kindekarden per bambini ed altre dieci richieste di
autorizzazioni giacciono sui tavoli degli uffici comunali. Un
successo, quello dei lidi che va al di là di ogni rosea previsione. Ma
da queste parti il lido viene vissuto in maniera del tutto diversa che
nelle altre parti d’Italia . E’ una moda, una mania, un nuovo
modo di vivere il tempo libero che accomuna in una simbiosi unica,
mare, spiaggia e abitanti della cittadina paladina e delle zone vicine .
Si, perché i lidi sono frequentati più dai residenti che dai turisti
che, abituati a trovarli chiusi al calar della sera, si sentono
spiazzati da questa novità. Un disagio temporaneo perché in breve
tempo apprezzano quanto originale, frizzante e si perché no,
trasgressivo, sia questo modo di trascorrere il tempo . Qui a Capo
d’Orlando e nell’ hinterland il lido non è solo un posto per
bagnanti, è anche un luogo dove la sera ci si va a prendere un drink,
una bibita, ci si rilassa con tutta la famiglia in riva al mare. Poi,
dopo cena, diventa in molti casi, meta irrinunciabile di tantissimi
giovani che in attesa di recarsi in discoteca e lo fanno molto tardi (
non prima dell’ una) , vi trascorrono alcune ore ,
chiacchierando e tante volte ballando al ritmo di un apparecchio stereo
che irradia quasi sempre musiche anni sessanta. Nei lidi non si
paga l’ingresso; ma non basta questo per spiegare il loro
successo . “ Bisogna aggiungere ci dice, Laura, una giovane impiegata
milanese in vacanza a Capo d’Orlando, che si è completamente liberi
con il mare a due passi ed il cielo sopra di noi e vicino la comodità
di un bar e il suono della tua canzone preferita ”. Antonella e
Luciano, antesignani dei lidi sono convinti che i lidi sono
un’attrazione in più per i turisti “ I turisti, quelli veri, quelli
che spendono, cercano comodità ed i lidi sono delle vere attrazioni
per loro. Più ce ne sono e meglio è ”, ci dice Luciano Cambria che
gestisce con la famiglia il lido “ il nostro è un lido classico;
quando il sole cala, noi riponiamo le sedie a sdraio e arriva il
riposo”. Calogero Collovà 26 anni , arredatore e la sua giovane
amica, Mela che lavora al Mc Donald di Avellino , in vacanza ,
aggiungono “ qui c‘e’ una cultura del tempo libero che non abbiamo
trovato da nessuna parte. Si vivono le vacanze ed i momenti di riposo in
modo totale, pieno ; la notte per tantissimi, e parliamo anche di
ragazzi quattordicenni,diventa giorno. E’ veramente fantastico perché
abbiamo saputo che tutto avviene con il consenso dei genitori “. Ma i
lidi non sono solo per giovani e meno giovani. A Capo d’Orlando si
sono inventati anche il kindekarden sulla spiaggia e così i genitori
lasciano i loro pargoli al lido e si tuffano nella onde , liberi e senza
pensieri “ tante volte, vanno a fare anche la spesa e li lasciano qui
, aggiungono Valentina e Lorena , le due maestre del Peter Pan beach.”
I lidi , così come nel caso delle due studentesse del kindekarden
, hanno trasformato molti giovani in imprenditori, animatori,
camerieri e persino musicisti “ volevamo avere un’attività tutta
nostra, ci dicono Andrea e Marco, che aiutano la mamma a gestire il
Paradise beach, ubicato sulla spiaggia del quartiere Auletta” Poi
aggiungono “ ci pace essere utili, stare in mezzo a giovani e
soprattutto sentirci protagonisti dell’estate orlandina” . Il
Tropicana beach, un lido di San Gregorio, molto alla moda tra i
giovanissimi, soprattutto di notte quando le musiche sudamericane fanno
da contorno a tanti cuori innamorati , è gestito da Rosario Milone, 29
anni consigliere comunale sino a maggio ed ora imprenditore del
divertimento a tempo pieno. A lui che è interessato anche della
gestione di una discoteca , chiediamo della novità delle chiusura
delle discoteche tre “ non serve a nulla. Soprattutto
dalle nostre parti dove i giovani sono abituati a fare le ore piccole.
Con la chiusura alle tre, questi ragazzi non avranno punti di
riferimento e gireranno con l’auto da un posto all’altro con i
percoli che ne possono derivare “. Incontriamo alcuni genitori,
sdraiati a mare che non la pensano così “ Noi siamo d’accordo sulla
chiusura anticipata delle discoteche. Bisognerebbe chiudere prima delle
tre e cercare di anticipare, con qualche iniziativa innovativa,
l’entrata dei giovani in discoteca. Non capiamo perché i ragazzi
entrano in discoteca dopo mezzanotte”. “ Prima la pizzeria, poi il
lido ed infine la discoteca, questo il percorso di noi giovani durante
l’estate”, ci dice Giuseppe, un ragazzo di 17 anni che frequenta il
Coconut , una discoteca alla moda della città . Allora ecco spiegato il
motivo perché , prima dell’una di notte , le discoteche
delle città sono vuote. Ed ora che dovranno chiudere alle tre, i
ragazzi pagheranno 10 euro per ballare solo un’ora e mezza od al
massimo due ore ? La prossima puntata la nostra inchiesta ci porterà a
parlare con giovani e meno giovani che frequentano le spiagge
libere, l’isola pedonale ed il lungomare e non mancheremo anche di
incontrare la terza età per scoprire come trascorre l’estate.
FRANCO
PERDICHIZZI
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