CAPO D'ORLANDO – Sino agli anni
Sessanta le manifestazioni estive erano organizzate nella sede, non
istituzionale ma culturalmente “importante”, del circolo Aurora: il
“circolo dei nobili”, come veniva chiamato per le
pseudo-aristocratiche radici di molti soci. Anche le delibere della Pro
Loco orlandina, l'associazione turistica che metteva in pratica le
iniziative, venivano ispirate in questa sede dove non era difficile
scorgere, tra i tanti libri e giornali messi a disposizione dei soci,
anche personaggi che poi sarebbero diventati noti e famosi. Come il
barone Lucio Piccolo di Calanovella, che con i suoi inseparabili
pantaloni a zuava era certamente il più eclettico socio del sodalizio.
Ma non tutti erano ammessi a far parte del circolo e così fu naturale
che ne venisse costituito un altro, più popolare ma certamente non meno
frequentato: il Mutuo soccorso. Per un certo periodo degli anni Sessanta
tutte e due i circoli erano ubicati nella centralissima piazza
Matteotti, l'uno di fronte all'altro, a dominare il passeggio sulla via
principale del paese, il corso Francesco Crispi. I due circoli sono
ancora in attività, ma mentre quello dei nobili (nel frattempo
trasferito in piazza Duca degli Abruzzi) sta segnando un lento declino,
il circolo Mutuo soccorso resiste ancora sulla piazza centrale. Nei due
circoli, o meglio sui marciapiedi, trascorrono il loro tempo libero
durante l'estate quelli che negli anni Cinquanta e Sessanta furono i
giovani rampanti del paese: dipendenti pubblici e privati ,
professionisti più o meno affermati, politici che furono o ancora in
attività, tutti (o quasi) in pensione che non vogliono arrendersi
all'età e lasciare il testimone ai più giovani e così cercano ancora
d'influenzare coloro che siedono a palazzo Europa, nel tentativo di dire
ancora la loro sul presente e futuro della città. L'orario migliore per
frequentare i circoli è quello dell'aperitivo di mezzogiorno e della
sera, e non è difficile scorgere anche qualche signora che ripercorre i
tempi che furono. Ma di quei giovani che negli anni '50, '60 e '70
fecero la fortuna dei circoli, neanche l'ombra: «I tempi sono cambiati
– dice il cardiologo Giuseppe Valenti, seduto con gli amici al Circolo
dei nobili –. Una volta il circolo era l'unico punto di riferimento
per il tempo libero. Ora, anche perché le distanze si sono ridotte
tantissimo, i giovani preferiscono altre mete e altri modi di relax».
Quelli che non sono soci, invece, trascorrono il loro tempo libero
vivendo intensamente l'isola pedonale. «Per noi l'isola pedonale è
meglio di un circolo – conferma il signor Carmelo Piccolo, pensionato
–. Peccato che ancora non si è riusciti ad eliminare i pericoli dei
ciclisti e dei pattinatori che con le loro incursioni mettono a rischio
l'incolumità dei passanti».
Ma chi ancora non appartiene alla terza età,
come trascorre il tempo libero a Capo d'Orlando? «È un vero problema
– dicono all'unisono alcuni cinquantenni incontrati al porto –. Capo
d'Orlando è sempre stata la città dei giovani, sia perché i più
grandi avevano lasciato il paese per lavorare altrove, sia perché gli
imprenditori del tempo libero pensano solo ai ragazzi». «Visto che
nessuno pensa al tempo libero dei cinquantenni – aggiunge
l'imprenditore Carmelo Giuffrè – abbiamo deciso di creare
un'associazione dedicata a noi, perché
credo che dopo anni di lavoro
sia giusto non lasciarsi andare». Ma a lasciarsi andare non pensano
proprio Alfredo Fiocco e Umberto De Luca, che a 55 e
54 anni hanno
deciso di rimettersi in gioco con una impresa da guinness dei primati:
il 13 settembre partiranno da Capo d'Orlando per un giro del mondo in
barca a vela che durerà due anni. Torneranno nell'estate del 2005, dopo
aver incontrato anche tutti quei coetanei che negli anni Cinquanta e
Sessanta lasciarono Capo d'Orlando per cercare fortuna a Fremente, la
cittadina australiana ora gemellata con Capo d'Orlando.
Comunque per i
meno giovani da un paio d'anni qualcosa, nel panorama del tempo libero,
è cambiato. Lo spiegano i “matusa” Dario Mentisano, Gigi Vasi,
Saverio Lipari e Nuccio Briguglio che da due anni gestiscono la
discoteca La Tartaruga nell'intento di rinverdire i fasti degli anni
Sessanta. «Abbiamo dedicato alcune serate settimanali alla musica di
una volta, quella che a noi cinquantenni piace tanto. Inoltre cerchiamo
sempre più la musica dal vivo perché a questa generazione vedere i
musicisti suonare, mentre si balla, dà un senso di romanticismo
difficilmente imitabile». Ma il tempo libero è anche cultura e così
Franco Valenti, ingegnere di professione ma poeta per hobby, suggerisce
un buon libro sulla storia dei nostri avi: Lucio Piccolo innanzitutto.
FRANCO
PERDICHIZZI
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